09/04/2023
CHRISTUS
VINCIT!
IL "FENOMENO TRUMP"
ESPLICITATO DALL'ANGOLATURA PLINIANA
Ronald Reagan |
Jimmy Carter |
"Negli Stati Uniti è in via di realizzazione una 'Rivoluzione Sociale' estremamente strana", così affermava, in una corrispondenza proveniente da Los Angeles (California), "El Mercurio" (25/8/80), il quotidiano con maggior tiratura della capitale cilena. La corrispondenza spiega in profondità il fenomeno a proposito del quale si sono sbagliati molto pesantemente le previsioni di innumerevoli organi della stampa scritta e parlata, in tutto l'Occidente, cioè, la sconfitta di Carter [Partito democratico] e la vittoria di Reagan [Partito repubblicano].
Fu tale l'ampiezza di quest'errore di previsione, che J.S./R, articolista del giornale "Folha de São Paulo", ha potuto scrivere con spirito, nella sezione "Quotidiano" (7/11/80), che il fatto discredita "tutti gli 'analisti', 'interpreti', 'osservatori', 'specialisti', 'periti' ed altri propagatori di dicerie" che hanno scritto sull'argomento, come pure su "le più prestigiose agenzie di analisi ed interpretazione dell'opinione pubblica".
* * *
Mi pare che questo errore tristemente monumentale è dovuto al fatto che nessuno abbia preso in considerazione il fenomeno, pertanto facile da percepire, che il corrispondente di "El Mercurio" riassume così: nei nostri giorni, "i ricchi diventano 'progressisti' e i poveri diventano 'conservatori'". E il giornale spiega: negli Stati Uniti, i ricchi soffrono di un "complesso di poveri" che li porta – per esempio – a lasciare da parte le automobili appariscenti e ultraconfortevoli di altri tempi, e a preferire le "piccole automobili giapponesi o tedesche dai chiassosi motori diesel". I poveri, invece, mossi dal complesso di ricchi, usano le automobili più vistose che riescono ad acquistare.
La "rivoluzione alla rovescia" così descritta, a mio avviso non esiste soltanto negli Stati Uniti. Infatti, si notano analoghi sintomi in diversi paesi. Ad esempio in Brasile: chi non si ricorda della votazione sorprendentemente sinistrorsa di una parte impressionante dell'elettorato delle persone agiate abitanti del quartiere dei "Jardins", a San Paolo, in occasione delle ultime elezioni?
Quindi non è tanto difficile spiegare perché Reagan, il candidato conservatore, abbia avuto più voti di Carter, il candidato progressista. Ciò non sarebbe stato possibile senza un'avanzata del conservatorismo nella classe povera e, per contiguità, negli strati più modesti della popolazione. Ossia, nei segmenti sociali numerosissimi per definizione.
Nel 1976, quando fu eletto Carter, ovviamente non era così l'atteggiamento di queste classi.
I professionisti degli oracoli, comicamente elencati dal menzionato articolista non hanno visto quel cambiamento? Oppure lo videro, ma non hanno potuto darne conoscenza al pubblico, perché condizionati dalle famose pattuglie ideologiche?
Fatto sta che l'Occidente veniva ingannato dalla convinzione che i poveri costituiscono un immenso mare di gente agitata dall'indignazione, formando ondate di crescente aggressività. Accadeva già, in diversi luoghi, il fatto che queste ondate si scagliavano contro la caparbia muraglia dei plutocrati sempre più ambiziosi e inflessibili. Ad un dato momento, sarebbe stato inevitabile che le ondate finissero col distruggere la muraglia, poiché essa non avanza, ma soltanto resiste; e vincere non consiste solo nel resistere ma anche, e principalmente, nell'avanzare. Tutto ciò era, appunto, il vecchio mito marxista della lotta di classe, con cui la pubblicità internazionale intossicava giorno e notte l'Occidente.
Di conseguenza, da questa falsa visione della realtà ne decorrerebbe naturalmente che i poveri diventerebbero sempre più esigenti, pregustando la propria vittoria. E che i ricchi – finalmente impauriti – diverrebbero sempre più patrocinatori della capitolazione.
* * *
Questo mito, però, per quanto riguarda gli Stati Uniti, è stato smascherato poco fa dalle recenti elezioni. I poveri hanno frenato la loro indignazione mediante un ribaltamento indiscutibilmente autentico, il che – va detto di passaggio – depone a favore della loro onestà d'animo e buon senso.
E i ricchi? Io non dispongo, per adesso, di dati che mi abilitino a parlare dei ricchi nordamericani. Ho davanti ai miei occhi il nostro Brasile, con i suoi ricchi. Per analogia con i congeneri nababbi nordamericani, si può intravvedere qualcosa a loro riguardo.
Favorevole, come sono, ad una organizzazione sociale armonicamente stratificata, devo tuttavia affermare che, nei nostri grandi centri, la classe sociale con maggior percentuale sinistrorsa è quella dei ricchi. È presumibile che se tutti gli elettori avessero la mentalità della maggior parte di questi ricchi, il Brasile sarebbe già un paese avanzatamente socialista. Ciò che salva dalla catastrofe i segmenti sociali più opulenti è, secondo me, il fatto che i poveri e la classe media sono molto più conservatori di loro.
Come spiegare questa mentalità dei ricchi – e specialmente dei nostri ricchissimi – di sinistra? Eccoli che si azzuffano giorno e notte per moltiplicare i guadagni ed accumulare patrimoni. Quindi, non sono persone disinteressate. Come spiegare, allora, che siano favorevoli al fatto che il socialismo disperda ciò che accumulano con tanto lavoro? Paura, paura–panico delle ondate del popolo che loro immaginano inferocite? Voglia, dunque, di "cedere per non perdere", secondo il vecchio "slogan" agro–revisionista degli anni '60? È molto probabile. Però, a mio parere, non tutto può essere spiegato soltanto per questo motivo...
Però, comunque, la maldestra e logora melopea di Carter sui diritti umani non è riuscita a riscuotere un maggior numero di entusiasti in Brasile, fatta eccezione dei ricchi di sinistra. E la sconfitta di Carter non ha nemmeno suscitato una simile tristezza in qualsiasi segmento della popolazione.
Il mondo sta cambiando, ma loro no. Chissà se la sconfitta di Carter gli dimostrerà quanto sono anacronistici i loro modi di vedere.
In effetti, perché ciò accadesse, non necessiterebbero della sconfitta di Carter. Gli basterebbe prestare attenzione alla più insistente tra le diverse parole d'ordine della "sinistra cattolica": "coscientizzare, coscientizzare"...
Domando: coscientizzare chi? La classe operaia.
E di che cosa coscientizzarla? Che ci sono motivi perché si indigni contro i padroni.
Concludo: quindi, questa indignazione è inferiore a ciò che la "sinistra cattolica" vorrebbe e che aizza a colpi di mantice.
Di conseguenza, il conservatorismo popolare non sembra esser soltanto una realtà nordamericana, ma anche brasiliana, sudamericana, forse mondiale.
Tutto ciò non implica nel dire che i non–poveri possono darsi tranquillamente all'oppressione dei poveri tanto rassegnati. La verità è esattamente il contrario. Dai poveri viene ai ricchi di sinistra una grandissima lezione di buon senso. Se a questa lezione i non-poveri si ometteranno di rispondere con una condotta impregnata di rispetto, di spirito di giustizia e di carità cristiana, il corso della Storia, guidato dalla mano di Dio, rovescerà questi incorreggibili nababbi socialisti. Per fare una società senza classi? – No, ma una società gerarchizzata, che incominci a meritare in modo genuino il nobile qualificativo di cristiana.
(Plinio Corrêa de Oliveira, Folha de São Paulo, 17/11/1980 - "Conscientizar, conscientizar..." - i grassetti sono nostri)
Il mondo sta cambiando, ma loro no.
La sconfitta gli dimostrerà quanto
sono anacronistici i loro modi di vedere?...